E se c’è sangue allora c’è ferita Di lama torbida che taglia fra le gambe E cola il sangue che spezza In due l’integro e il ciel sereno.
Piove sangue caldo su globo docile Di vita che non si riproduce E che attende i diluvi rossi e acri sulla terra Per dire che non vuole altri vagiti.
Nego il male delle ferite Lotto malleabile il dolore del mio mestiere Di donna infame che il taglio prostra Ad accudire il mondo senza libero arbitrio.
E se dipendesse dalle becere ribelli la vita Degli infami e abusanti mali:
Morirebbe la vita Morirebbe l'impiego.
E se non li volessimo gli squarci E le responsabilità del vivere?
-VALERIAFONTEPOINT, Gazzetta Femminista
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